Introduciamo il tema della pranoterapia proponendovi un estratto dal libro del dott. Luigi Lapi, Effetto Prana:
Vis Curandi e Ars Curandi nella Pranoterapia
Fin dai tempi più remoti, l’uomo (e anche gli animali, si badi bene!) ha imparato a mettere in funzione una sua vis curandi.
Questo sia riparando le lesioni inferte dall’ambiente al corpo, sia riparando l’usura degli organi col passare del tempo, sia correggendo disfunzioni metaboliche.
A tal fine utilizzava tutta una serie di atti- Alcuni di questi sono riferibili a pure reazioni, altri a fenomeni istintivi, altri infine dovuti ad apprendimento verificatisi con meccanismi a volte assai complessi.
Or bene, quello di cui andiamo ad occuparci, la pranoterapia, rientra nei meccanismi istintivi. E quando diventa ars curandi, rientra nel gruppo degli apprendimenti.
Bocca e mani veicolo primario del Prana e della Pranoterapia
Le cure per il proprio corpo, e per il corpo altrui, compaiono precocemente soprattutto nei mammiferi. Più spiccatamente, in quei mammiferi che hanno altamente sviluppato l’istinto familiare e l’istinto social-gregario.
Ogni essere vivente esplica la sua vis curandi con i mezzi che ha a disposizione.
Uno degli organi più largamente usati a questo scopo è la bocca in generale, e in particolare la lingua, le labbra e i denti. Il tutto umettato e sterilizzato dall’insostituibile saliva, alla quale sono riconosciute proprietà germicide.
Negli animali forniti di “mani”, queste ultime hanno ben presto integrato e in gran parte sostituito la bocca, anche se ad essa sono ancora devolute azioni importanti.
Le nostre conoscenze sono ancora molto imperfette quindi non siamo in grado di accertare in modo sicuro se la bocca nel suo compleso sia fornita in misura proporzionale di quella emissione pranica che fuoriesce con abbondanza dalle mani e dai chakra.
Ma tenendo presente che la natura, quando ha trovato un sistema efficace, continua ad adoperarlo, se non altro per economia di inventiva, v’è da credere, con sufficiente approssimazione probabilistica, che la bocca possieda il “prana”.
Del resto l’uso del “soffio pranico”, adottato in alcune zone dell’India per trattare le malattie, ci fa penare che l’ipotesi corrisponda a realtà.
In taluni animali “meno differenziati” la vis curandi è sviluppata al punto da permettere la rigenerazione di parti amputate. Contrariamente a quanto si crede, anche nell’uomo questa capacità esiste nei primi anni di vita, limitatamente a lesioni di modesta entità.
L’origine del Prana
La prima domanda che ci sfiora le labbra è quella che si riferisce alla provenienza di questo “prana” e di questo bisogno-desiderio di prendersi cura che rientra appunto nella vis curandi.
Il fenomeno è così “mirabile” che a molti vengono in mente spiegazioni trascendenti. Ma da quelle ancor poche parole che ho scritto nelle righe precedenti, già si intuiscono l’ubiquitarietà della vis curandi e la sua necessità intrinseca.
Per cui par fuori luogo scomodare il trascendente per inquadrare un fenomeno puramente biologico.
Se i cani, se le scimmie, se le formiche curanno se stesse ed i loro simili, cons’altro cercare se non una spiegazione biologicistica, capace di tagliare la testa al toro a tutte le spiegazioni trascendenti, una volta per tutte?
Se dobbiamo proprio rimanere incantati di fronte a questo aspetto meraviglioso del naturale, perché non farlo anche per l’organizzazione sociale e terapeutica delle api, delle formiche, delle termiti?
[…]
Ma poi tutto questo discutere tanto su questo logoro dualismo materia-spirito quando i maghi di oggi, razzolando tra protoni ed elettroni, stanno avviandosi abbastanza concordi verso una conclusione in cui un TUTTO unifica il plurimo?
Il Prana: fenomeno biologico
Come si è visto, molto si è discusso, si discute, e forse si discuterà, sull’esistenza della bioradiazione o “prana”.
Conseguentemente molte sono state le tecniche e gli artifici escogitati per porre un punto fermo a questa diatriba secolare.
Molti di questi tentativi hanno una direzione multipla perché il “fluido” pranoterapico viene spesso confuso con altri fluidi perché purtroppo la loro differenza non è stata ben spiegata dai testi sacri.
Del resto quando si parla di questi argomenti è assai difficile differenziare ciò che appartiene ad altre tecniche “mistiche” da ciò che realmente appartiene alla pranoterapia propriamente detta.
Molti sono coloro che si immettono in questi “sentieri difficili” ed anzi spesso l’Operatore pratica indifferentemente questa o quella disciplina senza rendersi conto della notevole differenza.
Comunque la pranoterapia è indubbiamente una emissione di tipo elettro-magnetico, e quindi rientra nel campo delle attività di tipo biologico.
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Teresa Bagni 3299359037
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